ROMOLO E REMO
Secondo alcuni scrittori, Enea ebbe un solo figlio, Ascanio, da cui nacque Silvio; secondo altri, due:
Ascanio il primo, nato in Asia da Creusa, Silvio il secondo, nato in Italia da Lavinia, dopo la morte
del padre e cosi chiamato dal luogo dove venne partorito.
Ascanio regnò trent’anni in Lavinio, poi fondò Alba Longa e vi si trasferi. Alla sua morte, successe al trono Silvio, fratellastro (o figlio di Ascanio), da cui ebbero origine gli Eneadi che regnarono su Alba Longa
per oltre quattrocento anni.
Tredici ne registra Tito Livio, tra questi: Numitore e Amulio.Erano gli ultimi i due figli di Proca.
A Numitore ch'era il primogenito, spettava il trono; ma Amulio s'impadronì del potere, uccise Egesto,
figlio del fratello, e costrinse l'altra figlia, Rea Silvia, a farsi sacerdotessa della dea Vesta.
Ma un giorno, recatasi Silvia in un bosco per attinger acqua ad una fonte e fuggita in una caverna per
la comparsa. d'un lupo, venne violata dal dio Marte, che la rese madre di due figli. Saputo ciò, Amulio
ordinò che i gemelli venissero gettati nel Tevere, che essendo in piena, aveva allagato la circostante campagna. La cesta, in cui erano stati messi i due piccoli, venne dai servi deposta nel luogo dove poi
sorse un fico e dove, ritiratesi le acque, rimase in secco. Ai vagiti dei gemelli una lupa accorse e cominciò
ad allattarli; più tardi Faustolo, pastore del re, li trovò, li raccolse e li portò alla sua capanna sul Palatino, affidandoli alla moglie Acca Laurenzia: li chiamò Romolo e Remo.
Crescevano belli e forti, dilettandosi della caccia ed addestrandosi nelle armi, fra l'ammirazione degli
altri pastori delle vicinanze, che finirono col riconoscere la supremazia dei due gemelli e col seguirli
in tutte le 1oro imprese.
Un giorno i gemelli e i loro seguaci, assalirono sull'Aventino i pastori dello zio Numitore, i quali a loro volta assalirono Remo mentre tornava da una festa, lo fecero prigioniero e lo consegnarono a lui. Faustolo,
che era a conoscenza dell'origine regale dei gemelli, saputo della cattura di Remo, rivelò a Romolo il nome della loro madre e questi spinto dal desiderio di vendetta, radunò i suoi pastori, corse ad Alba Longa, assalì la reggia, uccise Amulio e rimise sul trono l’avo Numitore.
Poi i due fratelli vollero fondare una nuova città nel luogo dov'erano cresciuti, ma decisero di interrogare prima gli dei per sapere chi dei due dovesse darle
il nome. Verso l'alba Romolo salì sul Palatino e vide sei avvoltoi, Remo sull’Aventino ne scorse dodici,
allora nacque una contesa tra i due: Remo diceva che gli auguri erano stati a lui favorevoli essendogli apparsi gli uccelli prima che al fratello, Romolo invece sosteneva che, per averne visti un numero
maggiore, gli dei erano propizi a lui. Si accese una rissa e Remo cadde ucciso. Altri narrano che, avendo Remo saltato le mura della nuova città, beffeggiando il fratello per averle costruite molto basse,
Remolo lo uccidesse esclamando: “Muoia cosi chiunque oserà varcare le mie mura”.
E dal fondatore e primo re, la città prese il nome di Roma...